Manq

Questo è il blog di Manq e parla di Manq, della sua vita e di ciò che lo circonda.

27.2.05

Senza Parole


Posted by Hello

25.2.05

The Point

Può sembrare che io sia un uomo dalle promesse vane.
Mi ero proposto di sistemare il template del blog. Ci ho provato. Giuro. Alcune delle cose che ne sono uscite non erano nemmeno malaccio. Poi mi sono arenato.
Il grosso problema che mi sta frenando è la creazione del logo. Non riesco a produrne uno che mi aggradi totalmente. Il fatto di non essere assolutamente un abile grafico si sta facendo sentire più del previsto e la cosa mi indispone un po'. Non che il template di ora mi dispiaccia, anzi devo dire che lo trovo carino e che ormai è parte del blog da talmente tanto che non so più nemmeno se voglio realmente sostituirlo. Questo però sarebbe come ammettere la sconfitta subita dalla Computer Graphics e non è da me. Vedremo. Intanto ho aggiornato un po' il mio profilo. Prima non conteneva nessuna informazione su di me, ma ora ho pensato che qualcosina andasse aggiunto per rendere il tutto, se possibile, ancora più personale.
Oggi sono piuttosto contento.
Non che sia successo niente di particolare, però è così e forse non è nemmeno il caso di cercare motivazioni a tutti i costi. Il Week End sta per iniziare e il fatto che vada tutto bene è un buon presupposto perchè tutto continui così. Oltre tutto un'accurata opera di documentazione ha fatto si che passasse la paranoia dovuta alla telefonata improvvisa di Bri Bri che ho ricevuto tornando dal lavoro. Adesso sono molto più preparato sulla pillola anticoncezionale, lo sono abbastanza da capire che dovrebbe essere tutto ok. Il condizionale è ancora d'obbligo, ma più che altro per motivi scaramantici.
A prescindere da questa circostanza, ma anche riflettendo su di essa, sto pian piano capendo di essere un tipo tragicamente paranoico. Non sto scherzando. Credo che il mio livello di paranoia possa essere definito come patologico senza cadere in errore. Me ne accorgo ogni giorno di più, mentre mi sorprendo a pensare ad eventualità pazzesche in virtù appunto di piccole paranoie di partenza che la mia fervida fantasia non perde occasione di ingigantire drasticamente. Credo che nella mia vita la figura di uno psicologo dovrebbe fare il suo ingresso. Non credo che ciò avverrà però, principalmente perchè non penso andrò mai dai miei a dire "Vorrei vedere uno psicologo". Questo perchè credo mi porrebbero domande a cui non saprei rispondere. Mi sa tanto che anche l'idea di avere bisogno di uno psicologo è una mia paranoia.

24.2.05

Il nulla incartato

Non ho poi tutta questa voglia di scrivere.
Diciamo che non ne ho per niente.
Il Milan ha espugnato l'Old Trafford con un prorompente 0-1 firmato Hernan "Valdanito" Crespo. L'Inter ha pareggiato a Porto. Il resto della giornata è trascorso sterile.
Vado a letto.

23.2.05

Hiatus

"For over a decade, Blink-182 has toured, recorded and done non-stop promotion all while trying to balance relationships with family and friends.

To that end, the band has decided to go on an indefinite hiatus to spend some time enjoying the fruits of their labors with their loved ones. While there is no set plan for the band to begin working together again, no one knows what tomorrow may bring."


Con queste poche righe i Blink 182 hanno deciso di mettere fine alla loro avventura musicale. Il gruppo si è sciolto.
Sono a terra.
Per quanto mi riguarda i Blink sono stati uno dei capisaldi musicali della mia gioventù, la colonna sonora degli anni di fine liceo. Tutti i ricordi che ho di quel periodo sono legati ad alcune loro canzoni in maniera indissolubile. "Dude Ranch" comprato a Monaco di Baviera durante la gita di quinta; "Josie" sparata a manetta dalle piccole casse della mia Y10 viola la sera del 30 Aprile dello stesso anno mentre tornavo a casa felice; la cassettina di "The Mark, Tom and Travis Show" registratami dalla sorella della Fra; il concerto di Milano con Miss Rimpianto e il volo dalla ringhiera del primo anello del Forum; i testi di "Waggy", "Dammit", "What's My Age Again" che, come molti altri che non sto a citare, sembrava parlassero di me; le mille volte in cui stavo male e mi isolavo ascoltando i loro pezzi col walkman e le altre mille in cui stavo da bene e li cantavo mentre lo stereo li gridava all'intero quartiere. Non conta nulla che l'ultimo disco mi avesse drasticamente deluso, impregnato com'era del concetto "ora siamo maturi". I Blink per me erano e sono il riflesso del mio essere giovane e immaturo e quindi accettare che loro fossero cresciuti era implicitamente accettare che anche io avrei dovuto farlo, che il tempo passa per tutti e che, prima o poi, bisogna capire che è giunto il momento di diventare grandi. Odio solo pensarla, questa cosa. Si chiama sindrome di Peter Pan? Può darsi, sta di fatto che qualunque sia il suo nome, io ne sono affetto in maniera importante. Ho quasi 24 anni e mi sento in diritto di essere ancora nell'età dell'idiozia.
Non è così.
Ci sono il lavoro, l'università, le responsabilità e tutte quelle questioni che ti impediscono di goderti l'esistenza. Senza nemmeno accorgertene ti ritrovi a fare una vita che non sopporti in virtù di un futuro che più incerto non può essere. La fine dei blink è solo un altro segno, indelebile, del fatto che la mia gioventù è finita. Ora è solo tempo di farsene una ragione.
Attaccato il MUVO alla presa USB, non mi resta che infilarmi nel letto e riascoltarmi i loro pezzi in successione, sperando che la tristezza profonda che mi opprime se ne vada. Posted by Hello

Don't bide your time
'Cause it is almost over
I know you're down
And I'll see you around
And I know it hurts
But you're just getting older
And I know you'll win
You'll do it once again

21.2.05

La notte porta consiglio

Eccomi qui.
L'appuntamento è quello ormai consueto della sera/notte perchè questo blog assume via via sempre di più le fattezze di un interlocutore notturno. La sera segna la fine della giornata e, probabilmente per questo motivo, è il momento in cui riesco a riflettere con maggiore lucidità. Scrivere queste righe di solito è l'attività cervellotica più complessa della mia giornata. Non tanto per la forma, che non nego di provare a curare, quanto perchè per scriverle come vorrei non posso sottrarmi ad un duro e serrato confronto con me stesso. Credo di avere una mente contorta. Spesso capita di domandarmi il perchè penso una cosa, ma a questa domanda sovente seguono risposte vaghe ed incerte. Molto spesso mi pongo delle obbiezioni e suscito in me dubbi su questioni che all'inizio della riflessione davo per assodate. Per dirla in una frase: non mi capisco. Forse è anche per questo che ho apprezzato così tanto questa attività nata per caso in un giorno lavorativo come tanti. Perchè mi obbliga a dare importanza a ciò che penso e a comprenderlo realmente. Mi obbliga ad essere riflessivo. Mi obbliga a violentare la mia natura.
Per questa lunga serie di motivi scrivere qui sopra è solitamente la cosa più impegnativa della giornata. Oggi, tuttavia, non sarà così. Oggi, finite queste righe, dovrò/vorrò mandare una mail alla Paola in risposta a ciò che mi ha scritto lei oggi. Non so cosa mi spinga a volerlo fare. Se me lo chiedessi in questo momento le risposte sarebbero del tipo "perchè è tua amica", "perchè ti fa piacere che si confidi con te" et similia. Non mi credo. Non penso che queste affermazioni siano false, ben inteso, ma non credo siano le reali cause del mio impeto a risponderle. Sono le motivazioni standard che il mio cervello mi da quando abbozzo un ragionamento sulla questione, sperando che io le ritenga esaustive e porti la mente altrove. Una sorta di riflesso incondizionato. Accettarle come vere sarebbe indubbiamente più comodo e questo io lo so benissimo.
Ecco il piano.
Prima di mettermi a rispondere all'e-mail scrivo sul blog, stupro per bene la mia razionalità, arrivo alla radice dei miei pensieri e poi, solo a quel punto, metterò nero su bianco la risposta che forse attende.
"Adoro i piani ben riusciti!", per dirla alla Hannibal Smith.
Il processo ha dato i frutti sperati. Tutto è ancora avvolto da una coltre piuttosto fitta di nebbia, ma sto lavorando perchè svanisca lasciando a ciò che ho scovato in me, la nitidezza di quando l'ho pensato. Non scriverò qui la conclusione cui sono arrivato. Non è il luogo adatto e non credo che Paola possa apprezzare un'eventuale scelta di questo tipo. Voglio però scrivere ciò che mi aspetto succeda.
Mi aspetto che le cose cambino. Che i nostri discorsi cambino.
Se lei farà lo stesso sforzo che ho fatto io per comprendere cosa volevo dirle, non ho dubbi che le aspettative saranno confermate. I cambiamenti non per forza saranno in positivo, sebbene io lo speri vivamente, tuttavia sarà un bene l'averli apportati.

Nota: rileggendo il tutto mi sono accorto che il mio sproloquio odierno possa far pensare ad una qualche sorta di tresca amorosa. Nulla è più lontano dalla realtà, ma viste le "telenovelas brasiliane" quotidianamente in scena nella mia compagnia è bene precisarlo.

20.2.05

22.17: un minuto di emozioni


Gobbo alè vengo da te
Gobbo alè vengo a Torino
Gobbo alè vengo da te
Vuoi sapere perchè...


Ohhhhhhhhhhhhh... Olè

Chi non salta nerazzurro è!

S.Siro, terzo anello rosso: è festa grande... Posted by Hello

19.2.05

Grazie Bazzu!

Ho iniziato a seguire le strisce di Megatokyo. Ottime.

True Lies

Le relazioni tra teenagers dei telefilm americani non sono frutto dell'invenzione. Esistono.
Apprenderlo è uno shock cui difficilmente ci si abitua. Io, personalmente, non ne sono in grado ed ogni volta che qualcuno dei miei amici me lo riporta alla mente non posso esimermi dal fermarmi a rifletterci sopra. Anche alle 3.00. Le mie "storie", che siano queste intese come rapporti di amicizia o di affetto, tendenzialmente sono banalmente lineari. Ho i miei alti e bassi, certo, ma non so come mai non riesco ad infilarmi in storie complicate. Eppure di esempi da emulare in compagnia ce ne sarebbero a iosa. Tizio sta con Caia, ma in realtà ne vuole da Sempronia; Mimì si prende bene per Cocò che lo illude nonostante la sua relazione con Cacamucazzo; Gianni è innamorato di Pinotta, che contraccambia, ma ciò nonostante quando stanno assieme non fanno che litigare. Reali o immaginarie che siano, queste sono situazioni che mi vengono settimanalmente all'orecchio e, quale che sia veritiera delle due ipotesi, c'è gente che ci sta male.
Questo mi dispiace.
Io, dal canto mio, mi tengo stretto la mia banalissima, linearissima e bellissima storia con Bri, sperando che resti tale più a lungo possibile. Oltre a questo, mi fa piacere che le persone che mi stanno intorno si rivolgano a me se hanno bisogno di parlare. Spesso provo anche a dar loro il consiglio facile tipico dell'esterno alla vicenda. Ad essere totalmente schietto, le vicende intricate dei miei amici mi appassionano e, una volta saputo l'incipit, non posso fare a meno di seguirle con morbosa curiosità. Ammetto persino di lasciarmi andare a dei pronostici, di tanto in tanto.
Non so se esiste il maschile di "pettegola", ipotizzandone uno e volendolo usare per definirmi, direi "pettegola in grado di guidare".

17.2.05

Pensieri utili a distogliere altri pensieri.

Sono qui di fronte al PC. Seduto.
Musica in sottofondo e fame. Molta molta fame. Di solito per quest'ora ho già mangiato e non averne ancora avuto la possibilità mi sta logorando. Per di più il parto del risotto da parte del cuoco di casa è già in travaglio aperto e l'odore di soffritto sta riempiendo la casa e le mie narici. La situazione sta diventando via via insostenibile.
Provo a pensare ad altro. Niente. Non è come quando vorresti distogliere l'attenzione da una cosa, che subito ti si imprime a fuoco nella mente. Il proverbio recita "La lingua batte dove il dente duole" ed è tanto vero quanto cinico nel suo messaggio. Niente spazio per l'ottimismo. La lingua batterà sul molare infiammato comunque, a prescindere ta tutto. E' il destino immutabile che governa un po' tutto ciò che ci circonda. Pensandoci, chi ha scritto i proverbi non ha fatto altro che descrivere la realtà per com'è. Pensandoci bene, è tutt'altro che facile fare un'analisi del genere. Tutto appare, in un modo o nell'altro, per come vogliamo vederlo. Solo a volte la nostra volontà coincide con la reale immagine di ciò che stiamo analizzando. In quel caso credo si possa parlare di fortuna.
"Sei cinico".
Questo è quello che di solito viene detto a chi ha una percezione non distorta della realtà. Spesso questo è recepito come fosse un insulto, dev'essere una questione culturale. Credo sia colpa della TV che ogni giorno prova a convincermi che, alla fine, andrà tutto bene. In realtà, tutto andrà semplicemente come deve andare. Questo vuol dire bene per alcuni e male per altri. Purtroppo i primi non sempre sono i buoni. La cosa ancora più aberrante è che i secondi non sempre sono i cattivi. Non voglio soffermarmi sul perchè la Tv cerchi costantemente di illudermi. Magari lo fa perchè chi ci lavora non è cinico e vede realmente la realtà in quel modo. Magari perchè pensare che "andrà tutto bene" può evitare che una persona che fatica ad arrivare alla fine del mese manifesti le sue perplessità, magari assieme a tutte le altre persone come lei. Non lo so. Io una mia idea ce l'ho ma può benissimo essere che sia solo una mia figurazione della realtà. In fin dei conti io non sono cinico, non quanto vorrei.
Come adesso c'è la TV, una volta c'erano altre cose e in futuro ce ne saranno altre ancora. Credo che l'uomo non si arrenderà mai al cinismo e vorrà sempre qualcuno che gli dica "andrà tutto bene". La bambagia dell'ottimismo, è innegabile, a volte aiuta. Siamo tutti uguali da questo punto di vista. Tutti tranne gli inventori dei proverbi. Loro forse erano alieni.
E' pronto il risotto.
Vado a mangiare.

16.2.05

Adoro l'odore del caffè di prima mattina. Profuma di Vittoria...

Capita, a volte, che il lavoro possa dare soddisfazione.
Non succede spessissimo e questo forse è un bene. Solo così se ne gode appieno quando capita.
Tra ieri e oggi, è capitato.
Riunione con i laboratori. Tavolata in mogano che ospita Dottori, Avvocati e personalità di spicco.
Il mio posto è su una sediola azzurra, di quelle col bracciolo/scrittoio tipiche dell'aula congressi o dell'aula catechismo. Considerazione iniziale nei miei confronti pari a quella del cestino dell'immondizia, col cesto in leggero vantaggio per via dei bicchierini da caffè che i presenti devono far sparire. Inizia così la discussione su temi di varia natura e di interesse nullo per la mia persona. Dentro di me penso che potevo evitare di uscire di corsa da casa per arrivare in orario ad una riunione per la quale sono stato avvisato solo due ore prima.
Metaforicamente le riunioni possono essere ben rappresentate da una spiaggia su cui i partecipanti giocano a schiaccia sette palleggiandosi i problemi l'uno con l'altro. Per vincere puoi scegliere se schivare i colpi o prendere la palla al volo ed eliminare chi te l'ha tirata.
Vuoi per la vena polemica che mi pervade in questi giorni, dovuta a tutt'altra situazione, vuoi per dare un senso alla mia presenza li, ho scelto la seconda tattica.
Non appena, come solitamente accade, viene tirato in ballo il lavoro di noi "impiegatucoli" a motivare i problemi dell'ospedale ho alzato la mano.
Stupore generale.
Il mio capo, che ieri mi aveva scelto come consulente per pianificare la strategia di battaglia (inutile chiarire ulteriormente come si tratti di una guerra tra reparti che non vogliono collaborare) decide di darmi la parola.
Con un breve intervento coadiuvato da prove cartacee, dimostro la perfezione del mio operato e la totale falla in quello dei laboratori.
Sempre metaforicamente parlando mi sono sentito un incrocio tra Perry Mason dopo una causa stravinta e Jo Allembak* che balla la giga sui riflettori del L.A. Coliseum.
A fine riunione c'erano dottori che mi chiedevano consigli per venire incontro al mio reparto, che mi pregavano di dar loro del tu e che, ovviamente, dicevano che la colpa era degli altri dottori.
Sebbene domani si comporteranno come se nulla fosse accaduto e continueranno a fare i comodi loro, oggi ho vinto io. Posted by Hello

* Il mio mito cinematografico di sempre

15.2.05

Autocoscienza

Più guardo gli altri e più sono contento di come sono.

Play. "A place in the sun" dei Lit riempie il silenzio della stanza.

14.2.05

Oggi

Finito!
Con la full immersion di ieri, in cui ho letto circa 300 pagine, sono finalmente giunto all'epilogo di "Io uccido...". Qualche commento. Innanzi tutto devo dire che è un buon libro, sicuramente non il migliore che abbia mai letto, ma più che discreto. La storia è bella, affascinante, sufficientemente intricata, ma non per questo incomprensibile. Ci sono, a parer mio, alcune notevoli incongruenze e il ragionamento che porta uno dei due detective alla soluzione è, per usare un'espressione figurata, un po' "tirato per i capelli", ma questo non pesa eccessivamente sull'economia della valutazione. Per la prima volta, leggendo un libro del genere, sono arrivato alla soluzione corretta molto prima che l'autore la svelasse. Non è quella che ho indicato su queste stesse pagine tempo fa, avevo letto veramente troppo poco per poterci arrivare allora, ma molte delle congetture che avevo fatto erano corrette e ci è voluto solo qualche capitolo in più per arrivare al nome esatto tramite il metodo dell'esclusione. Poche sono le regole in un thriller, per quel che mi riguarda, ma la principale è che il colpevole deve essere un personaggio noto fin dal principio se si vuole ottenere il "colpo di scena". Per questo l'autore deve essere bravo nel dipingerlo come insospettabile e totalmente non sovrapponibile alla figura del killer. Faletti invece ha dato, secondo me, indizi troppo marcati fin da subito e quindi arrivarci è stato piuttosto elementare. Forse dipende solo dal fatto che la mia mente è propensa a fare gli stessi passaggi logici di quella dell'autore e quindi la mia intuizione è solo dovuta ad uno stile di ragionamento fortuitamente corretto per questo libro. Come controprova mi piacerebbe leggere il suo secondo lavoro, ma anche parlare con qualcuno che abbia letto "Io uccido..." per vedere se ha avuto le mie stesse impressioni.
Oggi è San Valentino. Non ho mai espresso alcun giudizio su questa festività. Non sono di quelli che la sentono propria, ma nemmeno di quelli che la schifano perchè figlia del consumismo. Sono di quelli che la ignorano. Probabilmente se stessi con una ragazza che ci tiene presterei alla cosa maggiore attenzione, non essendo così posso godermi la comodità di dire "chissenefrega". L'unica cosa che mi piacerebbe fare è assaggiare i nuovi cioccolatini Magnum, quelli la cui pubblicità onnipresente mi ha stregato. Vodka e arancia in TV, fragola e marc de champagne (che poi chissà cos'è) sui cartelloni che tappezzano Milano. Saranno buoni? Sicuramente sono intriganti, ma questo credo sia un merito da imputare più ai responsabili marketing che ai pasticceri.
Intanto, mentre il mondo festeggia gli innamorati, la mia compagnia continua a dare origine a tresche maliziose e intrighi allucinati degni del miglior David Lynch. A vedere ciò che accade quotidianamente "alla panca" si direbbe sia vero il detto secondo cui l'amore si presenta sotto forme sempre diverse.
Ma non era il Diavolo a farlo?
Non che ci sia differenza...

12.2.05

Listening to the wind of change...

In camera mia ha fatto irruzione una ventata di cambiamento.
Via la tv, via il mio vecchio monitor 15" Sony (datato 1994), via i cavi a vista. Tutto riarredato e riarrangiato in modo da avere televisione e PC fusi in un unico apparecchio totipotente. Per realizzare questa opera omnia è stato necessario fare dei piccoli ed oculati acquisti. In primis un nuovo monitor. Via libera alla tecnologia e quindi ecco fare la sua comparsa un Benq LCD da 17". Bello, riposante per la vista, ma soprattutto enorme. Lui è indubbiamente la guest star della lista di innovazioni che ho apportato. Sue colleghe sono la scheda TV Tuner, una scheda video "nuova" e una tastiera che sostituisca quella che ho spaccato ieri. Ho volutamente virgolettato l'aggettivo nuova riferito alla scheda video perchè si tratta di un modello piuttosto vecchio che però è comunque tutt'altra cosa rispetto a ciò che ho ora. Ringrazio Max, il mio tecnico di fiducia, che ha reso possibile il tutto.
Questa brezza però non si è accontentata di rivoluzionare unicamente il mio personal computer, ha aggredito anche la mia libreria. Eliminata la televisione posta un tempo alla base del mobile, lo stereo ha fatto prepotente richiesta per usucapirne la postazione. Sfortuna vuole che per una questione prettamente legata alla lunghezza dei cavi, questo non fosse possibile. Primi momenti di panico, poi mio padre ha preso in mano la situazione e, soprattutto, il suo trapano. Con una serie di buchi ben piazzati e un'opera mirata di tassellaggio sono state modificate le altezze dei ripiani della libreria e sono stati creati canalini per i cavi dello stereo che ora staziona fiero sulla seconda mensola. Orgogliosi abbiamo ammirato il nostro lavoro.
Resta ora da concludere il tutto con le operazioni più monotone, ovvero pulire laddove si è sporcato, ma lo si farà felici di aver ottenuto un buon risultato.
La mia televisioncina è stata presa dai miei, la terranno in camera loro, mentre il mio vecchio e glorioso monitor è partito alla volta del mercatino dell'usato.
E' uno strano posto il mercato dell'usato.
Appena si entra si ha come l'impressione di essere finiti in un luogo senza tempo. Il mix di oggetti vecchi e nuovi lo priva di qualsiasi possibile contestualizzazione in quest'ambito, lasciando nell'avventore un senso di smarrimento misto a stupore. Appena ripresomi dal torpore, la prima cosa che ho pensato è che i VIP, quelli che si arredano le case in stile "Vintage", quelli delle "Concept House", probabilmente pagano l'arredamento di una villa a sei piani meno di quanto abbia speso io per risistemare camera mia.
Ho pensato fosse ingiusto.
Poi ho pensato che erano semplicemente più furbi di me.
Infine ho capito che loro possono arredare una casa in stile "Vintage" mentre io posso tutalpiù arredarla in stile "Trash/Pezzente", pur facendo all'atto pratico la stessa cosa.
In fin dei conti, se loro sono VIP, un motivo ci sarà. Mi accontento di avere una camera normale, al passo con i tempi ma non schiava della modernità. Se poi dovesse capitare di diventare io stesso un VIP posso sempre dire che il Galeone dei Pirati della Lego che ho sull'ultima mensola è molto "Vintage".
In realtà è semplicemente un ricordo d'infanzia.

10.2.05

Pari. Dispari. Bim, bum, bam!

Oggi era giornata a targhe alterne. Via libera ai "pari".
Potevano quindi circolare solo le auto la cui cifra finale della targa era un multiplo di 2. Fiko.
Non tanto perchè io sia particolarmente interessato alla precipitazione del livello delle polveri sottili in Milano ed interland, quanto perchè oggi sono potuto andare al lavoro con la mia Yaris*. Non vado mai al lavoro in macchina per una serie di motivi: a traffico e carenza di parcheggio si contrappone una grande comodità dei mezzi che mi portano da Cologno Nord a Piazza Piola in una ventina di minuti. Il gioco, solitamente, non vale la candela. Oggi però era diverso. Oggi contavo sul fatto che le macchine in giro sarebbero state grossomodo la metà. Mi sentivo pronto a rischiare. Ho avuto ragione. 10 minuti, neanche il tempo di apprezzare il cd dei BoySetsFire che avevo scelto per il viaggio, e sono arrivato al Besta. Traffico inesistente. Buono. Rimaneva l'incognita posto auto, ma è stato subito trionfo anche da quel punto di vista visto che il parcheggio davanti all'ingresso dell'ospedale era deserto.
Se fosse per me farei targhe alterne a vita, così per la metà dei giorni della settimana potrei andare al lavoro in macchina invece di usare la metropolitana. Non so se il mio spirito è quello giusto, probabilmente no, però tant'è.
Guidare mi piace assai. E' uno dei momenti che una persona ha per stare un po' con se stessa. Musica in sottofondo e mente libera. Lo trovo proprio rilassante. Tra le altre cose essere in macchina da solo ti da la possibilità anche di divertirti un po' al volante, senza che il/la rompimaroni di turno ti facciano rimpiangere, ad ogni metro, di averli fatti salire.
Ieri sera io e Simo siamo usciti con Mauro e Francesco, due ragazzi che ho conosciuto tramite l'SdG Arena e che adesso posso definire senza dubbio amici. L'obbiettivo della serata era avere delle dritte sul nostro viaggio in Scozia. Entrambi infatti ci sono già stati e speravamo potessero consigliarci mete e posti per dormire. Di fronte ad una buona media di Kilkenny Cream del "Tyr Na Nog" la serata è trascorsa piacevolmente e le nostre guide, che colgo l'occasione per ringraziare, si sono rivelate utilissime fornendoci anche più indicazioni di quanto pensassimo.
Stasera esco con Aui, domani non lavoro.
Wow. Posted by Hello

* Foto non conforme all'originale. L'originale è assai meglio.

9.2.05

Anonymous said...

Il mondo è bello perchè è vario.
Questa peculiarità fa si che capiti di venire in contatto con ogni tipologia di persona, anche la più differente da se stessi. Un esempio pratico di ciò che intendo è fornito dai commenti a questo blog. Quando l'ho aperto avevo dentro di me stabilito che, se mai qualcuno avesse commentato il mio scritto, io non avrei risposto. Non mi andava, nè mi va tutt'ora, di dare il via a dialoghi di alcun genere all'interno di queste pagine. Non è la sede per farli. E' molto bello però che qualcuno commenti e quindi avevo anche deciso di lasciare questa possibilità a tutti, iscritti e non, in modo che anche chi si trovasse per caso a navigare su queste pagine potesse lasciare un segno del suo passaggio. Nessuno di questi segni sarà da me mai cancellato perchè, come il blog per me, voglio che siano una possibilità di espressione senza limiti per chi si interessa alla mia vita.
La zona "commenti" è quindi da vedersi come fossero i tavoli e le pareti di quei locali dove chi vuole può lasciare una traccia del suo passaggio. Dal classico "Tizio è stato qui" ai più elaborati messaggi personali.
Per questo motivo non capisco chi lascia qualcosa detto, ma non si firma. E' proprio contro la mia idea di espressione. Non riesco a concepirlo. Come si può prendere in considerazione un'idea, positiva o negativa che sia, se l'autore o l'autrice non la sentono propria al punto di firmarla? In tutto quello che faccio io ho sempre messo la mia faccia, mi sono sempre esposto in prima persona, accettando ciò che di bene e di male ricavavo dalle mie azioni. Solo se dicessi cose in cui non credo avrei difficoltà ad espormi personalmente e sceglierei l'anonimato. Però non riesco a capire perchè un individuo debba esprimere concetti da cui non si sente rappresentato. Lo trovo assurdo. Mi piacerebbe poterlo comprendere o che un giorno qualcuno me lo spiegasse. Magari capirei ciò che ora mi lascia attonito.
Ho voglia di pizza.

8.2.05

Italicus Amarcord

Oggi sono proiettato nel passato.
La mia giornata ha avuto come sottofondo incessante "Primavera 99" dei Mach5. Ultimamente sto provando, senza troppo successo in realtà, a trasformare in formato multimediale i vecchi demotape che ho in casa. Riascoltarli è come aprire un vecchio album di fotografie. Mille ricordi tornano alla mente, ricordi di quando ero giovane. Mentalmente intendo. Le serate all'Arci di Arcore, Baffo Moretti e il divertimento facile. Senza pretese. L'altro giorno con Fabri e Fabio ci siamo messi a ricordare un po' di personaggi dell'epoca che non vediamo da chissà quanto. Ne sono usciti nomi veramente importanti. Fabio Piercing, Ale "Niceman" Doni, Lore, il Bani, la Meggie, Sbiru e chissà quanti altri che ora non ho voglia di scrivere. Tutta gente simpatica, non amici, ma persone con cui si passava volentieri la serata in attesa del concerto delle "Gambe di Burro", dei "Murder, We Wrote" o degli "Abbiokko". Decisamente bei tempi.

"Lo sai che mi si è infiltrato un Marziano nel cervello e son felice perchè
Mi racconta barzellette giorno e notte e mi fa morire dal ridere.
Oh oh oiè
Adesso lo sai, perchè io rido fissando il soffitto
Adesso lo sai, con chi è che parlo guardando per aria
E' bello avere un amico così
Io ho un marziano per amico (e tu no!)"

GAMBEdiBURRO - Marziano (BabbazBabbazBabbaz 1997)

7.2.05

Noia

14.41
Sono in ufficio. Niente da fare. I laboratori si ostinano a non far pervenire il materiale che mi serve per ultimare il mio lavoro. L'ultimo sollecito ha avuto come unico risultato l' aver fatto alterare l'arrogante di turno, una di quelle dottoresse convinte di non doversi abbassare ad aiutare noi comuni impiegati perchè è troppo impegnata a salvare il mondo. Se c'è una cosa che questo lavoro mi ha insegnato è che, se mai sarò dottore, non dovrò assolutamente diventare come loro. Non credo che lo sarei stato a prescindere, perchè non è nella mia natura non rispettare il prossimo, tuttavia questa esperienza ha allontanato anche la più remota possibilità, frutto della sovrastima che un eventuale laurea può portare con se. E' proprio vero che vivere "dall'altro lato della barricata" può aprirti gli occhi.
14.53
Il tempo non passa veramente più. Il mio capo non c'è, è malato. Anna, la collega per cui lavoro, sta poco bene e forse se ne andrà via anche lei. Io continuo a non avere nulla da fare. Due parole in ICQ con Missa riempiono a malapena 30 secondi di questo pomeriggio. La prospettiva di una partita a Spider (ovviamente livello hard) incombe. Sto diventando un mago a quel solitario.
Anna mi chiede se le vado a prendere un caffè con cioccolata alle macchinette del primo piano. Un diversivo. Accetto.
15.04
Eccomi di ritorno. Eccomi GIA' di ritorno. Questo pomeriggio è ufficialmente buttato. Avrei potuto spenderlo studiando Fisiologia (il libro dovrebbe essermi arrivato proprio oggi), o leggendo il libro "Io Uccido..." di Faletti. L'ho iniziato sabato e sono ancora alle prime pagine. Il suo modo di scrivere non mi entusiasma, ma per il momento ci sono delle buone trovate. Mi è piaciuto molto il fatto che abbia descritto la quotidianità delle prime due vittime, prima di descriverne l'uccisione. Questo le ha rese più vicine al lettore, innescando un meccanismo di dispiacere che solitamente in queste circostanze narrative manca. Di solito le vittime, almeno le prime, sono comparse prive di qualsiasi battuta. Hanno l'unico scopo di evidenziare la presunta perfezione nell'agire del killer e quindi la loro morte non lascia strascichi emozionali nel lettore. Qui invece lo scrittore mi ci ha fatto affezionare quel tanto che basta per accendere la speranza vana che non morissero e per compiangerne la scomparsa. Scelta intelligente, a mio avviso.
Ho un sospetto su chi possa essere l'assassino. E' probabilmente del tutto infondato e frutto della mia fantasia, visto che ho letto si e no otto dei più di sessanta capitoli del best seller, tuttavia voglio annotarmelo. Per me il colpevole è Pierrot. A farmelo sospettare sono una serie smodata di congetture, tra cui il suo nome collegato al fatto che i capitoli in cui agisce il killer siano intitolati "carnevale". Più avanti, a fine libro, scoprirò se avevo ragione.
15.33

6.2.05

Paradosso: Definizione.

Cos'è un paradosso?
Io l'ho capito appieno oggi.
Paradossale è tenere un diario on-line e reagire male se scopri che tuo padre lo sta leggendo. In effetti non avevo valutato questa possibilità, non pensavo potesse interessarmi. In fin dei conti molta gente, a quel che ne so, si avventura a leggere queste mie pagine e la cosa non mi da assolutamente fastidio. Anzi. Sono felice che qualcuno possa trovare interessante ciò che scrivo. Che siano i contenuti o la forma a suscitare interesse, non mi importa granchè, resta il fatto che gli avventori di questo blog sono molti di più di quel che avrei mai pensato e la cosa mi rende contento. Perchè allora agitarsi se è mio papà a leggere? Mistero. In fin dei conti non è che qui ci sia scritto nulla che i miei genitori non sanno. Ciò nonostante mi ha imbarazzato parecchio.
Sono strano.
Oggi non ho messo muso fuori casa nemmeno per un istante. Sono pigro, è risaputo, ed in giornate come questa esprimo al meglio le mie qualità. Mi sono goduto il famigerato "dolce far niente". Almeno fino alle 20.30. Poi è iniziata la partita e, con lei, la mia sofferenza. Niente stadio per me, come preannunciato, solo la tv in costante zapping tra Diretta Stadio e QSVS (oggi più che mai "Qui Studio a Voi Stronzi"). Le unghie sono finite, mangiate tutte nei primi 10 minuti. Serve qualcosa per stemperare la tensione, distendere i nervi. L'idea è quindi di provare a scrivere. E' difficile, però, dannatamente difficile.
Rigore per la Lazio. Gol.
"Intervento scellerato di Stam" dice Crudeli. Lodetti conferma la teoria dal bancone della trasmissione rivale. Corno ride. Melli ride. Sono sconsolato.
I minuti seguenti li ho passati scrivendo e cancellando frasi che non mi piacevano. Troppe distrazioni per elaborare pensieri in maniera apprezzabile.
L'arrovellarmi su possibili concetti fa passare totalmente in sordina l'inizio della pubblicità su Tele Lombardia. Il motivetto del Mercatone dell'Arredamento di Fizzonasco è troppo "già sentito" perchè possa attrarre la mia attenzione. La sua interruzione improvvisa ha quindi lo stesso effetto di un colpo di pistola, in camera mia. Poche frazioni di secondo con il cervello in bilico tra il possibile raddoppio laziale e l'agoniato pareggio rossonero.
Apnea.
Sheva! Pareggio.
Esultanza, legittima. Ormai voglio attendere la fine dei 90 minuti prima di pubblicare la pagina. Crudeli grida, ci crede. Io sono con lui. Dalle bocche degli esperti piovono commenti d'ogni genere. Per me è come brusio indistinto. Sento solo la voce di Tiziano. I minuti di recupero sono quattro. Il milan preme. Il tempo è poco. La speranza nei tre punti sta svanendo.
Poi, un grido.
PALO! GOOOOOOOOOOOOOOL!!!
Hernan "Valdanito" Crespo! E' delirio puro, in studio e nella mia camera. Abbracci, baci, qualche lacrima. Dal banco della tribuna stampa occupato da Crudeli e Ielpo arrivano immagini di giubilo, forse eccessivo, ma indubbiamente sincero. Passano così gli ultimi secondi. E' finita! Triplice fischio e tutti a casa. Ho il cuore a mille e un sorriso da paralisi.
Paradossale è anche non voler andare allo stadio e poi stare a casa in queste condizioni.

PS: Tutto ciò che ho scritto, l'ho scritto realmente in diretta durante la partita.

Le gioie di Sabato

Eccoli, i due Bri del mio sabato. Che belli... Posted by Hello

5.2.05

Buona Notte.

Ho un dubbio.
Non so se su un diario si debba scrivere anche se non si ha nulla da dire. In realtà credo di si, perchè quando lo rileggerò in futuro vorrò ricordare come mai oggi non avevo nulla di cui parlare, tuttavia il dubbio resta immutato.
Per questo, di proposito, non avevo scritto fino ad ora. Un po' perchè speravo che capitasse qualcosa che fosse degno di essere raccontato, un po' perchè oggi pomeriggio ho deciso che avrei fatto altro.
Sarebbe stato, oltre a quello presente, l'unico momento in cui avrei potuto dedicarmi al mio Blog. Stamattina infatti, ho preferito dormire. La festa con i compagni di università di Ambra cui ho partecipato ieri sera è durata più del previsto e non me la sono sentita di alzarmi dal letto prima delle 12.30, orario limite che mi permette di mangiare e raggiungere l'ufficio in tempi leciti. Tornato dal lavoro quindi, pressappoco intorno alle 18.00, sarebbe stato il primo momento buono per sporcare la paginetta odierna con delle parole. Sarebbe però stato anche il momento buono per dedicare del tempo all'adorata Playstation, che ultimamente sto trascurando un po'.
Ha vinto l'egoismo.
Oddio, egoismo. Riflettendoci entrambe le attività sono fatte da me per mia volontà e per mio piacere personale, quindi anche scrivere sarebbe potuta essere una scelta egoista.
Forse quindi ha vinto la pigrizia.
Certo che anche pigrizia è un termine forte, visto che scrivere si è rivelato inaspettatamente un passatempo piacevole e per nulla pesante.
Ha vinto la speranza di poter trovare argomenti nel proseguo della giornata? Non credo, sono piuttosto disilluso verso le possibilità offerte da un mio "Venerdì Sera" tipo.
In conclusione, credo abbia semplicemente vinto la Playstation che ancora una volta ha sfoderato il suo incredibile charme.
Eccomi quindi alle prese prima con GTA San Andreas e dopo cena, in compagnia, con Pro Evolution Soccer 4. Discrete entrambe le prestazioni, anche se la rivalità con Simo sui campi da calcio si è conclusa in pareggio perfetto. Purtroppo anche stasera ho pagato la sindrome da Veron, sempre a segno contro il mio Milan.
E' finita la canzone che tenevo in sottofondo, era "That I will be Good" di Alanise Morrisette. Che sia un segnale del fatto che è meglio smettere di scrivere e andare a dormire? Non so, ma credo lo interpreterò così. Giusto il tempo di predisporre lo stereo a diffondere la colonna sonora della nottata, che su due piedi direi verrà aggiudicata ai Matchbook Romance, ed indossare il pigiama.
Buona notte Manq.

3.2.05

Fermati un momento e cerca di ricordare: "Perchè stai camminando?"

Ieri ho passato una serata piacevole.
Ci ha fatto visita Giorgio, un cugino di mio padre (NdM: dovrebbe essere anche mio cugino, ma siccome ho sempre avuto problemi nel capire come funzionino i legami di parentela, preferisco non lasciarmi andare a supposizioni magari infondate) che abita in Sicilia. Per la precisione il paese in cui vive è Corleone. Erano un po' di anni che non lo vedevo, l'ultima volta che le nostre strade si incrociarono è stata almeno 2 o 3 anni fa, quando fui io ad andare a trovarlo. E' sicuramente una mente geniale. Laureato in Medicina con il massimo dei voti e specializzato in Odontoiatria, ultimamente ha preso a lavorare all'ospedale di Palermo. Neanche a farlo apposta, si è specializzato in biologia molecolare e genomica ed ha iniziato a gestire il laboratorio ospedaliero in queste pratiche scientifiche d'avanguardia. Cosa c'entrano con l'odontoiatria? Niente. Ma proprio niente di niente. Però, stando a ciò che dice lui, questa nuova frontiera della medicina l'ha appassionato enormemente. Si sa, al cuor non si comanda...
E' stato bello parlare con lui di queste cose, poichè mi ha ricordato il perchè ai tempi scelsi di laurearmi in Biotecnologie Farmaceutiche. Ultimamente infatti avevo perso di vista le mie motivazioni originali. L'università da un po' di tempo sta diventando una sorta di calvario, una via crucis in cui ogni esame fa da stazione. Non che io stia marciando male, do sempre i miei esami con regolarità e i voti sono quelli di sempre, però fatico a vedere la luce in fondo al tunnel.
Dialogare con Giorgio di farmacologia, diagnosi e cose del genere mi ha riportato alla mente quello che esami e professori mi stavano facendo dimenticare.
Il "perchè".
Ora non dico di essere tornato motivato o entusiasta, non è così, però la speranza non è più di finire prima possibile per poter dire "E' finita!", ma di finire prima possibile per poter dire "Si comincia!".
Giorgio si è fermato per la notte e gli abbiamo offerto il mio letto. Pur non disdegnando l'opzione "Dormi in macchina" che i miei avevano premurosamente concepito per sistemarmi, ho deciso di farmi ospitare da Aui*. Arrivato da lui dopo cena (appena dopo aver appreso che i ragazzi sono tornati a -5. E andiamo!!) sono stato accolto e sistemato nel letto che una volta era di sua sorella.
Come da me già messo in preventivo, prima di dedicarci all'arte del sonno i discorsi sono stati dei più vari e disparati. Molte le chicche, troppe per riscriverle tutte.
Ho dormito cinque ore.
Ringrazio la mamma di Aui per il caffè, è stato vitale. Posted by Hello

* un vero Amico

2.2.05

Aria di Vacanza

L'indiscussa protagonista della giornata di oggi è l'Aria di Vacanza.
Ieri sera ci siamo riuniti per programmare le nostre ferie estive, come succede settimanalmente da un po' di tempo a questa parte. Finalmente la meta è decisa. Saranno Scozia ed Irlanda ad ospitarci nel caldo mese di Agosto.
Sono entusiasta.
La destinazione è senza dubbio di mio gradimento, per tantissimi motivi. Soprattutto per quanto riguarda la Scozia. La mia passione per quella tipologia di paesaggi è nota a chi mi conosce, esattamente come la mia grande mania per i castelli.
Quando ero piccolo mi piaceva un sacco visitarli. Non appena vi entravo mi catapultavo con la mente in pieno medioevo e rivivevo per gioco le fantastiche gesta dei cavalieri, come fossi anche io uno di loro. Mi bastava sbirciare da una delle feritoie per immaginare scenari d'assedio e battaglie campali. Era divertentissimo. Come stereotipo di ambientazione storica, l'unica capace di appaiarsi, nella mia hit parade personale, a quella medioevale è quella caraibica in cui scorazzavano pirati e bucanieri.
Probabilmente tutto questo è dovuto alla dipendenza da Lego che mi ha colpito in età infantile.
Era forte il Lego.
Tornando sull'argomento centrale, l'idea di base prevede 18 giorni di cui 10 trascorsi in Scozia e 8 in Irlanda. Personalmente dell'Irlanda mi attira soprattutto l'aspetto alimentare/degustativo. Guinnes, Kilkenny, Harp e Irish Coffee finalmente si presenteranno alle mie papille gustative con il loro reale sapore, non più schiave dei meccanismi di importazione.
L'unico lato "negativo", che poi così negativo non è, di questo itinerario sono i quattro voli che dovrò affrontare: Milano-Glasgow; Glasgow-Dublino; Dublino-Londra e Londra-Milano.
Io non ho mai volato.
Mai.
Ne ho veramente una paura assoluta.
La mia fobia non è influenzata tanto dall'aspetto "malessere fisico", perchè non è li la questione. Il mio problema è lo stato di assoluta impotenza che caratterizza un passeggero d'aereo. Per me è già molto difficile stare in una macchina in cui non guido io senza diventare insopportabilmente pesante per chi la conduce. Quando non dico nulla è solo perchè mi trattengo. La realtà è che io non sarei tranquillo nemmeno se fossi seduto al fianco di Shumacher.
Patetico, lo so, ma è così.
Per questo, siccome a quanto ne so non sono in grado di volare autonomamente in caso l'aereo avesse problemi, l'idea di consegnarmi in questo modo al destino mi fa rabbrividire.
Meglio non pensarci. Meglio guardare altre foto sulla Scozia e tornare a progettare itinerari da percorrere col Golf 2000 GTI che Missa vuole noleggiare a Glasgow. In fin dei conti, la possibilità di poter vedere dal vivo un paesaggio come questo* è una motivazione sufficiente ad allontanare dubbi e paure. Di fronte ad un paesaggio così, credo che potremmo anche piangere. Posted by Hello

* Foto presa dalla rete mentre mi documentavo sugli itinerari possibili.

1.2.05

Untitled

Oggi ho fatto un mucchio di cose.
Perchè allora sto avendo un sacco di difficoltà nello scrivere? Non lo so. Basterebbe iniziare a raccontare di quando ho portato le foto di capodanno a sviluppare, del pomeriggio passato con Ambra alla ricerca di un paio di Vans uscite di produzione nel '73, dell'aver finalmente prenotato il libro di Fisiologia che mi consentirà di sostenere l'esame o semplicemente dei primi tentativi di creazione del tanto agoniato Template. Sarebbe anche piuttosto semplice farlo, se ne avessi voglia.
Non ne ho.
La realtà è che oggi è stata una giornata piacevole a livello di attività svolte, ma raccontarla come tale non le renderebbe appieno giustizia. L'incipit corretto a questa pagina sarebbe indubbiamente dovuto essere questo:
Oggi, oltre ad aver fatto un mucchio di cose, è stata la classica giornata introspettiva.
Non essere dovuto andare al lavoro e non avere alcun impegno impellente mi hanno permesso di dedicare la giornata a me, di fermarmi un momento a riflettere. Come al solito è bastato tenere spenta la televisione, chiudere la porta di camera mia ed accendere lo stereo ad un volume sufficientemente alto da isolarmi dal mondo. Luce spenta, occhi chiusi e canto libero/liberatorio.
Le tracce che si susseguono, diffuse dalle mie casse, sono tra le più eterogenee. Non scelgo mai un unico gruppo quando voglio creare questo tipo di atmosfera, non mi piace auto condizionarmi. Meglio lasciare che sia la funzione "random" del lettore a farlo.
Così, dopo un oretta buona, mi sono ritrovato in uno stato di incapacità totale di descrivere le mie emozioni. Incapacità che persiste tutt'ora.
Probabilmente è la stanchezza, domani passerà.
Vorrei gridare.

[Today] I Feel So

Sometimes
I wish I was brave
I wish I was stronger
I wish I could feel no pain
I wish I was young
I wish I was shy
I wish I was honest
I wish I was you not I

'Cause
I feel so mad
I feel so angry
I feel so callous
So lost, confused, again
I feel so cheap
So used, unfaithful
Let's start over
Let's start over

Sometimes
I wish I was smart
I wish I made cures for
How people are
I wish I had power
I wish I could lead
I wish I could change the world
For you and me

'Cause
I feel so mad
I feel so angry
I feel so callous
So lost, confused, again
I feel so cheap
So used, unfaithful
Let's start over
Let's start over

-Box Car Racer-